kakaban e sangalaki


Nuotare con le tartarughe ✔
Nuotare con le mante ✔
toccare le meduse non urticanti ✔


Si torna in Asia e più precisamente nella meravigliosa Indonesia. Dopo Jakarta, Bali, Flores e le Molucche abbiamo deciso di andare nel borneo indonesiano, il Kalimantan e più precisamente nell'isola di Derawan, un'isola per il  momento ancora poco conosciuta dal turismo di massa italiano. Un'isola di nicchia che solo i veri appassionati dello snorkeling e del diving conoscono.

Derawan è stato uno  dei viaggi più sorprendenti per la quantità e varietà di pesci incontrati, la destinazione era mirata a vedere le tartarughe marine e le mante e cosi è stato.
Un'esperienza davvero incredibile che difficilmente si ripeterà. Non capita tutti i giorni di nuotare con almeno 5 tartarughe giganti intorno e te e praticamente ogni volta che ci si tuffava in acqua, nuotare con le mante è stato meraviglioso, sono cosi belle, quasi eteree e le meduse non urticanti? penso sia stata davvero un'esperienza di quelle da ricordare.
Il kalimantan sicuramente rimarrà nel mio cuore.

Ecco un'altro dei racconti di Leo, i particolari della nostra escursione a Sangalaki e Kakaban.

Partiamo in mattinata per la tanto attesa escursione a Kakaban ma soprattutto a Sangalaki. Il cielo è nuvoloso con qualche sprazzo di sole ed il mare calmo. La lunga barca di legno ci porterà ad incontrare le mante e le meduse non urticanti, alternando le due escursioni con il pranzo. La traversata è piacevole e dopo quasi due ore arriviamo a Sangalaki. L'isola è protetta da una grossa distesa di coralli tutto intorno che affiorano in molti punti durante la bassa marea. Ci avviciniamo all'isola, arrivando nella zona dominata dal faro e da una lunga e bianchissima spiaggia. Indossiamo maschere e pinne e ci tuffiamo. Grosse formazioni di coralli, branchi di pesci multicolori ma delle mante nessuna traccia. Gironzoliamo pinneggiando lentamente per circa un centinaio di metri ma niente da fare, le mante sembrano non esserci. Intanto il tempo stà peggiorando, si alza un pò di vento, il mare si increspa ed inizia a piovere. Decidiamo quindi di risalire sulla barca e consumare il pranzo a base di pesce e riso che ci eravamo portati, con la pioggia che ormai cadeva abbastanza intensamente. Il tempo di mangiare qualche piccola banana ed ecco che il barcaiolo, che era rimasto all'erta nel frattempo, ci avverte della presenza delle mante.
Le vediamo anche noi quelle piccole e scure pinnette che solcano la superficie del mare in lontananza, fino ad intuire la loro grossa mole quando passano a una decina di metri dalla barca.
Ha quasi smesso di piovere e ci tuffiamo immediatamente. E in lontananza, a pelo d'acqua le vediamo, sembrano uccelli neri enormi che volano sbattendo con lentezza e grazia le ali. Ne vediamo subito una, poi un 'altra, poi altri due a formare u++n piccolo stormo che si muove instancabilmente alla ricerca del plancton. Qui la visibilità è buona per cui le vediamo anche a una certa distanza. Tento di inseguirle ma la corrente è diventata molto forte per cui si vola letteralmente quando si nuota in suo favore ma si resta praticamente immobili quando invece si pinneggia contro.
Risaliamo quindi sulla barca per inseguirle e poterci avvicinare il più possibile. Ecco, dopo qualche minuto, non molto distante da dove eravamo prima, ci rituffiamo. Eccole lì in fila indiana che ci passano abbastanza vicino, sono quattro con il dorso nero e la pancia bianca, con le pinne laterali che sembrano delle enormi ali ed una coda lunga e sottile. Le stò filmando con la fotocamera digitale e me le vedo sfilare davanti e sparire nel blu del mare o almeno credevo, ma prima di guardarmi intorno e magari nuotare verso la barca eccole ritornare. Nuotano con la bocca spalancata, incuranti della nostra presenza ed io mi fermo e comincio a filmare. Si avvicinano velocemente specialmente la prima che punta proprio nella mia direzione. La vedo avvicinarsi sempre di più, con quel suo aspetto mostruoso ma assolutamente non pericoloso e mi sfiora praticamente, tanto che debbo ritrarre la fotocamere per non farla colpire dalla sua mole, ma nello stesso istante allungo la mano, accarezzandone il dorso. Lo sò, non si dovrebbe fare mai, ma è stato un gesto assolutamente istintivo. La pelle al tatto risulta morbida ma resistente, non liscia ma punteggiata da tantissime piccole mezze sfere. Una piacevole sensazione davvero. Ancora qualche minuto a riprendere altri passaggi di questi gentili ed innocui animali per poi definitivamente risalire sulla barca. Lasciamo Sangalaki, con la sua spiaggia bianca ed il suo faro per dirigere la prua verso Kakaban, grossa isola montagnosa che ha al suo interno un lago in cui dimorano milioni di meduse, le quali, non avendo nemici naturali in quello specchio acqueo, hanno perso le caratteristiche urticanti che ben conosciamo. Attracchiamo al pontile che fuoriesce direttamente dalla vegetazione intricata. La costa appare rocciosa e coperta di una rigogliosa vegetazione che arriva quasi a lambire il mare, circondato da una distesa di coralli. L'acqua bassa e trasparente ha dei bellissimi colori con diverse tonalità di azzurro. Finito il pontile bisogna risalire la costa scoscesa tramite delle scale in legno ampie ma molto ripide. Dopo pochi metri sì è inghiottiti dalla jungla tropicale, con il suo elevato tasso di umidità e le grida di uccelli e altri animali perfettamente invisibili tra la vegetazione. Dopo tre o quattro rampe di scale ecco la discesa verso l'interno, anche questa con dei gradini di legno costruiti dai locali. Siamo nel parco marino che comprende anche Sangalaki. Alla fine delle scale ecco aprirsi un poco la vegetazione e compare alla vista un grosso lago, anzi un enorme lago di cui in alcune direzioni non si vedono le rive. Si arriva ad una piattaforma rettangolare, sempre in legno, il cui lato più breve a sinistra si getta gradatamente nell'acqua del lago. Essendo circondata da una fitta vegetazione, questa ha un colore verde che poi degrada sul giallo quando ci si immerge con la maschera. Lo spettacolo è decisamente diverso da quello visto a Sangalaki. La visibilità è ridotta su un fondale sabbioso, anzi quasi melmoso con delle
chiazze di alghe ancorate al fondo. Ma la cosa straordinaria è che si nuota attraverso nugoli di meduse dalle dimensioni svariate che vanno dalla pallina da ping pong a quello più grande da pallavolo. Sembrano tutte della stessa forma anche se in effetti ce ne dovrebbero essere di quattro tipi diversi. Se ne vedono dappertutto, da quelle ancorate al fondo con la vegetazione a quelle che nuotano a pelo d'acqua, uno sciame attraverso il quale nuotare dà una sensazione strana, quasi preistorica. Kakaban ha questa meraviglia della natura che non è direttamente collegata con il mare e la barriera corallina, facendola sembrare ancora più straordinaria, unica.
Faremo, durante il notro soggiorno a Derawan, ancora una volta questa escursione. Questa volta le mante di Sangalaki si presentarono all'appuntamento già nella mattinata, risparmiando un pochino di tempo che utilizzeremo per una discesa sull'isola ed una visita alla zona protetta dove vengono dimorate le uova che le tartarughe depongono anche su questa isola con la visione di un solo ed unico piccolino. Di Kakaban questa volta decideremo di osservarne la vita marina e la sua barriera corallina che si getta nel blu dell'oceano in un muro perpendicolare a pochi metri dalla costa. Bel corallo e branchi di pesce con qualche incursione di piccole tartarughe e aragoste ci hanno fatto compagnia per circa due ore di snorkeling, alla fine del quale siamo risaliti definitivamente sulla barca per far ritorno alla nostra guesthouse.

Fede

Shopaholic, bijoux, shoes, and bags lover with a great passion for travels.

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